Per il concerto sono stati necessari 15 flussi Livewire bidirezionali, quasi il doppio di quanto necessario nel 2014, per un totale di 60.000 pacchetti al secondo, a cui vanno aggiunti altri 8.000 di clock. L’impegno richiesto dal concerto alla rete è equivalente a 700 telefonate simultanee.

Il trasporto dell’audio

Per trasportare l’audio abbiamo utilizzato lo standard Audio Over Ethernet (AoE), che permette di ottenere un trasporto quasi privo di latenza e non compresso. Abbiamo scelto di implementarlo con la tecnologia Livewire poiché è quella che permette una latenza garantita input to output (dall’ingresso all’uscita) del flusso audio analogico di soli 15 millisecondi.
Il principio di funzionamento è simile al VoIP ma i requisiti per farlo funzionare sono molto maggiori.

L’audio è stato scomposto in pacchetti da 0,5 millisecondi, per un totale di 2.000 pacchetti al secondo e un consumo di circa 5Mbit/s per ogni singolo flusso audio.
Al contrario del VoIP, per il quale si utilizza un dejitter buffer, per poter garantire una latenza molto bassa tutti i segnali analogici degli strumenti musicali dovranno essere sincronizzati da un unico clock. Poiché il trasporto del clock è estremamente sensibile al jitter, quest’ultimo deve essere praticamente nullo.

Sfortunatamente, lo scopo di Livewire non è quello di collegare sedi diverse: si tratta, infatti, di una tecnologia nata per semplificare i cablaggi negli studi di registrazione e nelle stazioni radio FM. Il suo utilizzo è normalmente confinato alla rete locale, preferibilmente all’interno dello stesso switch. Il collegamento di due dispositivi via layer 3 (routing) non è previsto dalla tecnologia.
Abbiamo quindi dovuto costruire un ambiente di trasporto che imita in tutto e per tutto una rete locale, anche in termini di performance. La nostra soluzione MPLS/VPLS, che normalmente forniamo alle aziende multisede, si è rivelata ottimale.

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